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Deutsch | Italienisch | Der Prosatext im heutigen Standarditalienisch: |
Sechzehntes Kapitel | Sedicesimo capitolo | |
Nachdem ich dieses Sonett gesprochen, kam mir die Neigung, abermals einige Worte zu sprechen, in denen ich noch vier Dinge über meinen Zustand sagen wollte, die, wie ich dafür hielt, von mir noch nicht offenbart worden waren. Das erste davon ist dieses, dass es mich oft betrübte, wenn mein Gedächtnis die Einbildungskraft veranlasste, sich das vorzustellen, was Minne aus mir gemacht hatte; das zweite: Minne habe mich zu vielen Malen plötzlich so heftig bestürmt, dass nichts weiter vom Leben in mir zurückblieb als ein Gedanke, der von meiner Frau sprach; das dritte, dass, wann ein solcher Kriegssturm der Minne auf mich geschah, ich fast gänzlich ohne Farbe davonging, um diese Herrin zu sehen, vermeinend, ihr Anblick würde vor solchem Überfall mich schützen, und uneingedenk dessen, was bei der Annäherung zu so adeliger Hoheit mir geschehen musste; das vierte: wie solcher Anblick nicht nur keinen Schutz mir gewährte, sondern zuletzt auch noch das wenige mir übrige Leben in die Flucht schlug. Und so entstand das folgende Sonett: Neuntes Sonett Der Liebe muss ich sinnend oftmals denken, Mein Leben zagt, wenn er mich wild bestreitet, Verhärmt und kraftlos, weil mein Herz so leidet, Doch kaum, dass sich an Euch mein Auge weidet, |
Appresso ciò, che io dissi questo sonetto, mi mosse una volontade di dire anche parole, ne le quali io dicesse quattro cose ancora sopra lo mio stato, le quali non mi parea che fossero manifestate ancora per me. La prima de le quali si è che molte volte io mi dolea, quando a mia memoria movesse la fantasia ad imaginare quale Amore mi facea. La seconda si è che Amore spesse volte di subito m'assalia sì forte, che 'n me non rimanea altro di vita se non un pensero che parlava di questa donna. La terza si è che quando questa battaglia d'Amore mi pugnava così, io mi movea quasi discolorito tutto per vedere questa donna, credendo che mi difendesse la sua veduta da questa battaglia, dimenticando quello che per appropinquare a tanta gentilezza m'addivenia. La quarta si è come cotale veduta non solamente non mi difendea, ma finalmente disconfiggea la mia poca vita. E però dissi questo sonetto, lo quale comincia: "Spesse fiate". Spesse fiate vègnonmi a la mente le oscure qualità ch'Amor mi dona, e vènnemi pietà, sì che sovente io dico: «Lasso! avvien elli a persona?»; ch'Amor m'assale subitanamente, sì che la vita quasi m'abbandona: càmpami uno spirto vivo solamente, e que' riman, perché di voi ragiona. Poscia mi sforzo, ché mi voglio atare; e così smorto, d'onne valor vòto, vegno a vedervi, credendo guerire: e se io levo li occhi per guardare, nel cor mi si comincia uno tremoto, che fa de' polsi l'anima partire. Questo sonetto si divide in quattro parti, secondo che quattro cose sono in esso narrate; e però che sono di sopra ragionate, non m'intrametto se non di distinguere le parti per li loro cominciamenti. Onde dico che la seconda parte comincia quivi: "ch'Amor"; la terza quivi: "Poscia mi sforzo"; la quarta quivi: "e se io levo". |
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